Chi è Dardust e perché non sai di conoscerlo già

Nell’universo musicale esiste il prodigo e folto universo degli autori e compositori. Per intenderci, sono quelli che spesso stanno dietro i volti degli artisti che ci piacciono. Quelli che fanno sbocciare le idee degli altri, o che semplicemente sanno scrivere un pezzo fatto bene, su misura, come un bel vestito di sartoria. Mentre anni fa dominavano il mondo in prima linea, oggi gli autori sono perlopiù lavoratori da dietro le quinte. Lo dimostra il fatto che, spesso e volentieri, non sappiamo davvero chi sia la mente reale dietro alla nostra canzone preferita del momento o alla hit in radio. Ed è per questo che oggi voglio parlarvi di Dario Faini, o meglio Dardust. Ovvero un artista che se non conoscete già… lo conoscete comunque.

Classe 1976, probabilmente c’è anche Faini  dietro ai vostri artisti preferiti.

Polistrumentista, compositore, esordisce con il nome d’arte Dardust – chiaro il tributo a Ziggy Stardust di Bowie – nel 2015, con il suo primo album 7, e nel 2016 con Birth. Qui dentro c’è tutto il suo talento e la sua cultura musicale, grazie al quale le sonorità del pianoforte classico incontrano quelle dell’elettronica, per un risultato assolutamente creativo e originale. Nei suoi live tutto questo è accompagnato da un curatissimo light design, psichedelico e incantevole, che scorre insieme al concerto trasformandolo in un esperienza avvolgente e coesa.

Poco pop, molto sottile e avanguardista nei suoi brani – ed è un pregio, se non fosse chiaro – universalmente commestibile in termini musicali quando si tratta di comporre per gli altri. Negli ultimi anni infatti, Dardust ha scritto o collaborato per quelli che sono diventati enormi tormentoni o brani di successo. Tra i più recenti ricordiamo New York con i Thegiornalisti, nel cui videoclip compare dietro ad un pianoforte bianco e Se piovesse il tuo nome in collaborazione con Calcutta. Anche quest’ultimo è uno di quelli che lavora da dietro le quinte molto prima di salire in prima persona sul palcoscenico. Impossibile nominare tutti gli artisti che hanno collaborato con lui. Da Luca Carboni passando per Fiorella Mannoia e Annalisa, fino a Marco Mengoni.

Dario e il Festival di Sanremo

Inoltre, dopo anni di comparse tra gli autori dei brani in corsa al Festival di Sanremo, quest’anno ha partecipato in prima persona. É stato direttore d’orchestra di due brani, Solo una canzone degli Ex Otago e Soldi, vincitrice contro ogni previsione nell’edizione di quest’anno, di cui Faini è anche autore insieme all’interprete Mahmood.

Possiamo a ragione ritenere che per la musica italiana Dario Faini rappresenti uno dei più importanti talenti in ascesa. Negli ultimi tempi, infatti, si sta ulteriormente affermando, emergendo dalle zone oscure in cui solitamente abitano autori e compositori. La dimostrazione vivente che se conosci la musica, con un pizzico di talento, puoi fare praticamente di tutto. Una raccomandazione finale per chi non avesse ancora ascoltato i suoi album: partite dal primo, stendetevi sul letto con le cuffiette, e chiudete gli occhi.

Foto in copertina di Alessio Panichi

2 Comments

  1. Raoul Girometta 29/11/2019 at 9:50 am

    Direi più di un pizzico di talento, nel caso di Dardust


    1. Nettezza urbana inc 28/01/2020 at 10:04 am

      Vero…chi sono i Pink Floyd, lo stesso Bowie piuttosto che i grandi della classica di fronte a costui?? Tutti all’ombra di questo grande talento, che con una sola canzone “soldi” ha inventato la song del futuro, con grande tecnica innovazione, testo profondo e…..E……..e già….


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