La musica leggera e coraggiosa di Franco Battiato

L’ultima volta che abbiamo ascoltato Franco Battiato dal vivo è stato lo scorso 4 marzo, durante la terza serata del festival di Sanremo, quella dedicata alle cover. La sua voce era in realtà registrata in sottofondo, in una sorta di duetto virtuale con Colapesce e Dimartino. Un tributo che proprio Colapesce aveva descritto il giorno prima come “un omaggio sincero ad un artista che ci ha cambiato la vita e che rappresenta un’idea di musica libera e coraggiosa”. Un uomo per cui la sperimentazione, anche quando non è riuscita, dà grandi risultati. Per cui tecnologia e natura non si scontrano mai, ma creano comunicazione, anche se il dialogo parte sempre dalla natura e dalle sue meraviglie. Un uomo che oggi, 23 marzo 2021, compie 76 anni.

La canzone in questione era Povera Patria, pubblicata da Franco Battiato nel 1991, all’interno dell’album Come un cammello in una grondaia. Questo pezzo è senz’altro un brano di denuncia, che utilizza anche affermazioni piuttosto forti. Come quel “schiacciata dagli abusi di potere, di gente infame che non sa cos’è il pudore”, segno di una certa distanza fra la politica e le persone che essa teoricamente dovrebbe rappresentare. Ma Battiato sperava in un futuro migliore, dove “non si parli più di dittature” anche se la primavera di quei giorni “intanto tarda ad arrivare”.

E se dunque la primavera non è stagione per la politica è senz’altro “La stagione dell’amore”, quando “ancora un altro entusiasmo ti farà pulsare il cuore”.

Con questo brano siamo nel 1983, ma già due anni prima Battiato aveva pubblicato La voce del padrone, uno dei grandi album della musica italiana. E lo è per tanti motivi e per tante canzoni contenute al suo interno: da Bandiera bianca, a Centro di gravità permanente e Cuccurucucù. Il ritornello di quest’ultima è ormai pop culture, ricordato e cantato da tutti sopra un indimenticabile giro di accordi rock ‘n’ roll. È una canzone matriosca, contenitore di altri brani, citati o rimodellati per creare quella che è poi diventata una vera e propria senatrice fra le sinfonie composte dal Maestro.

La canzone da cui prende il titolo, ad esempio, è Cuccurucucù paloma di Tomas Mendez. Un brano del 1954 che richiama con un’onomatopea il verso delle colombe, in quella che risulterebbe essere una metafora sull’amore che vola via. Battiato rende più intimo il brano ricordando poi gli anni della gioventù e del liceo – “le serenate all’istituto magistrale”. Sono anni di annessa spensieratezza e caratterizzati da una già presente passione per la musica – “per carnevale suonavo sopra i carri in maschera”. Una spensieratezza che si manifesta con le citazioni di canzoni provenienti dalla propria adolescenza. Ci sono per esempio Il mare nel cassetto di Milva (1961) e Le mille bolle blu di Mina (sempre del 1961). Infine, Il mondo è grigio, il mondo è blu (1968) nella versione italiana di Nicola di Bari su originale di Eric Charden.

Nella parte finale del brano, supportata dai cori di Giuni Russo, si apre definitivamente la matriosca di citazioni musicali, quasi come in una playlist retrodatata di citazionismi rievocativi.

C’è Lady Madonna dei Beatles (1968), che ricompaiono poi anche con With a little help from my friends (1967). Poi è la volta di Ruby Tuesday dei Rolling Stones (1967), brano di cui lo stesso Battiato proporrà una cover nel 1999. C’è Let’s twist again di Chubby Checker (1961). Ed infine, Like a rolling stone di Bob Dylan (1965), di cui viene citata anche la parte iniziale: “once upon a time you dressed so fine”.
Di questo pezzo, Cuccurucucù, è poi davvero stupenda la cover realizzata lo scorso anno dai Bluebeaters per Garrincha Mixtape.

Ma forse il brano più ricordato di Franco Battiato è “La cura” del 1996, contenuto nel disco “L’imboscata”.

Si parla di amore, ma di un amore altissimo. La persona, l’io narrante, si rivolge a un “tu” indefinito, al quale promette di dedicare la propria vita. La proteggerà dalle “paure delle ipocondrie”, dagli ostacoli della vita, dalle ingiustizie, dalle cadute e dalle ossessioni. Si prenderà cura di lei, aiutandola a fronteggiare i pericoli che vengono dall’esterno e le inquietudini che provengono invece dall’interno, più pericolose delle armi. Un tale desiderio di cura verso l’altra persona avrà effetti positivi e potenti proprio in chi prova tali aspirazioni. E questo perché lo renderà capace di superare anche e anzitutto i propri limiti.

“Più veloci di aquile i miei sogni attraversano il mare […] supererò le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farti invecchiare”

Franco Battiato ha superato correnti gravitazionali, spazio e luce per non invecchiare mai: come mai, del resto, invecchia la sua musica. Auguri Maestro!

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