Intervista a Renico

Renico, nome d’arte di Enrico Guerrieri, è un cantautore pugliese classe ’97.  Il suo approccio con la scrittura avviene non appena adolescente quando unisce la passione per le lettere alle sei corde. Il progetto cantautorale prende forma nel 2018, anno in cui sperimenta l’autoproduzione e che lo porta, nell’anno successivo, alla pubblicazione di quattro singoli da indipendente tra cui il brano “Non è colpa mia” e “Litorale”: testi che alternano romanticismo e cinismo, ritmi che saltano dalla scuola cantautorale italiana (Dalla, Battisti, De Gregori, De Andrè, Conte) alle sonorità americaneggianti (Mayer, Johnson, Mraz) dall’altra.

Il 24 gennaio è uscito il suo primo singolo “Complanari” che insieme a Dove non ci sei“, uscito lo scorso 29 febbraio, anticiperà l’EP di esordio “Cinquecento” in uscita in primavera per Discografia Clandestina.

L’orologio è un preservativo che abbiamo usato più notti, come se al tempo fregasse qualcosa dei nostri problemi irrisolti

“La fiducia è un contraccettivo che abbiamo usato più volte” si apre così “Complanari”, il tuo nuovo singolo. Di cosa proprio non ti fidi?

Non mi fido di chi perde tempo e di chi pensa poco.

Hai definito questo brano “una via di fuga”, da cosa esattamente?

“Complanari” è un insieme di metafore che rappresentano delle vie di fuga. La vedova che va a messa, il ragazzino che torna a casa ubriaco dopo la prima delusione d’amore, l’impiegato stressato dal lavoro che corre al parco. Chiunque cerca una via di fuga, non è codardia…è sopravvivenza!

Renico è il tuo nome d’arte, come mai hai scelto di chiamarti così?

Renico è l’anagramma di Enrico, il mio vero nome. All’inizio volevo che non ci fossero collegamenti tra i due nomi, ma col tempo ho capito che in realtà sono due realtà complementari. Ecco perché non sono così diversi alla fine…

Quando hai capito che nella vita volevi fare musica?

Non ricordo un momento ben definito, so solo che mio padre ha sempre canticchiato almeno una decina di canzoni al giorno stravolgendone, per gioco, il testo. Forse è stato questo il vero motivo per cui ho iniziato a scrivere! Sicuramente è la forma d’arte con cui riesco a comunicare meglio. Molto spesso capisco le cose dopo averle fatte e ho capito che scrivere è il miglior modo per conoscermi.

La produzione, gli arrangiamenti ed i missaggi sono stati curati da RafQu (LefrasiincompiutediElena). Che rapporto hai con lui?

Raf è l’emblema della cosiddetta ‘personalità forte’. Stenta a fare complimenti e per questo l’ho ammirato fin da subito. Sono cresciuto molto durante i mesi di lavoro insieme e ho scoperto, oltre che un grandissimo professionista, anche una grande persona. Considero la sua musica una delle realtà più interessanti nella mareggiata di ‘cloni’ che stiamo vivendo in questo periodo.

Sei originario di Maglie, un paesino del Salento. Che percezione hai della scena musicale indipendente dalle tue parti.

Al sud c’è stata e ci sarà sempre voglia di riscatto. È una caratteristica che ho intravisto negli occhi di tutti gli artisti e musicisti che ho conosciuto. Ci sentiamo tutti un po’ più responsabili e siamo meno vincolati dalla musica “di moda”. D’altra parte non abbiamo tempo per sussurrare le nostre idee, per farci sentire… dobbiamo gridare.

Il prossimo concerto a cui vorresti partecipare…

Beh, spero al mio!

Cosa è cambiato rispetto ai singoli che hai pubblicato in precedenza?

Personalmente è cambiato poco, ma è cambiato tutto. Ho iniziato per gioco, autoproducendo i primi brani, poi ho sentito la necessità di iniziare a fare le cose come si deve e in poco tempo ho imparato moltissimo. Le prospettive sono cambiate, ora sono più critico e meno frettoloso. Paradossalmente sono più insicuro.

Quali sono le tue influenze musicali?

La prima canzone di cui ho memoria è ‘Samba pa ti’ di Santana. A dire la verità mi sono avvicinato alla musica italiana (De Andrè, Dalla, Conte, Battisti ecc…) intorno ai 17/18 anni, affiancando le sonorità americane ai testi dei nostri cantautori. “Complanari” per me rappresenta il giusto compromesso tra i due mondi. Attualmente l’artista di cui sono innamorato è Iosonouncane, ma per il resto sto evitando di ascoltare musica contemporanea perché qualcuno un giorno mi ha detto: “i grandi artisti prendono spunto dal passato, per creare il futuro”.

Hai in programmazione l’uscita di un EP? Puoi darci qualche anticipazioni?

L’ EP, che uscirà in primavera per Discographia Clandestina, si intitola ‘Cinquecento’. Ho cercato di selezionare 5 brani differenti fra loro (quindi si, saranno 5) ma che avessero un unico di filo conduttore. Ci sarà un po’ di America,  un po’ di cinismo e un po’ di poesia!

Un saluto ai lettori di Le Rane..

“Siate pensanti, non pensati!”. Ci vediamo presto.

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