Lilo canta la sfida del cambiamento con l’EP “Diverso”

Cantare il cambiamento non è mai facile. Che riguardi luogo, professione o approccio all’esistenza, il cambiamento richiede inevitabilmente delle scelte. E le scelte rendono suscettibili all’errore. Insomma, essere diversi da se stessi e allo stesso tempo mantenere l’equilibrio della coerenza è una bella sfida. Lilo è la cantautrice che ha colto questa sfida, proponendo un EP che mette in musica alcune delle emozioni che riguardano il percorso chiamato esistenza. “Diverso” è un progetto discografico completo, perché ogni brano è come una storia che inizia e si conclude, ma è comunque legato al successivo. Da ascoltare con la predisposizione di chi si prende 20 minuti da dedicare ad un piccolo mutamento interiore dalle sonorità elettroniche.

Ne abbiamo parlato con Lilo.

“Diverso” è un luogo in cui ogni cosa è a suo posto. Quindi è diverso da che cosa?

Diverso indica un po’ l’essere diversi da sé stessi, dopo un periodo di cambiamenti. A un certo punto di questo processo, ti volti e pensi che è tutto diverso, ma forse anche al posto giusto.

Lilo – Diverso [Ascolta qui]
Parliamo di sonorità. Questo EP è in lingua italiana, inoltre prevale l’elettronica. Come sei arrivata a queste scelte?

Per quanto riguarda la scelta della lingua italiana deriva dall’esigenza di esprimermi nella mia lingua. In passato ho iniziato a scrivere in inglese, poi essendomi trasferita in Francia, avevo bisogno di farmi comprendere. Ma una volta rientrata in Italia ho avvertito la necessità di espormi di più. Con l’italiano si può andare più a fondo su certi concetti: ho voluto togliere una sorta di filtro linguistico per andare più al cuore delle cose. Invece, parlando dei suoni, ho seguito il mio gusto personale. Mi piace l’elettronica e col mio produttore abbiamo scelto si sperimentare. Non nascondo che in ciò che sto scrivendo di nuovo ci saranno ulteriori cambiamenti: rimarrà l’elettronica, ma vorrei creare un dialogo con degli strumenti veri e propri.

Notturno 01 è un brano introspettivo e che invita alla riflessione. Com’è nata l’esigenza di scrivere un brano simile?

Notturno 01 è nato da un’esigenza forte e profonda, legata ad un disagio emotivo. Mi sono trovata di notte, in estate, a letto, col lenzuolo che mi sembrava pesare centinaia di chili. È un po’la metafora di quello che succedeva nella mia testa, percepivo un peso. È un brano che ho scritto di getto, che ho fatto anche un po’ fatica a cantare. Il risultato finale mi è piaciuto e l’ho pubblicata.

I Davanzali di questa città è il singolo che ha anticipato l’EP e racconta di Milano. Qual è la tua relazione con questa città?

In realtà racconta di Milano e di Parigi. Non a caso non nomino una città, per rendere il tutto più universale; ognuno può pensare alla propria città. Milano è una città che ho vissuto come pendolare negli anni universitari, mentre Parigi l’ho vissuta di più. Ad esempio a Parigi c’è la collina di Mont Martre dove andavo a vedere il tramonto ed era bello poter guardare tutta la città, era una bella immagine.

 La pioggia è una canzone che ti ferisce in punta di piedi, hai affermato. Me la racconti?

La pioggia l’ha scritta Brenneke, al secolo Edoardo Frasso. Io con Edoardo ho collaborato in precedenza e un giorno mi fece ascoltare questo brano che mi colpì subito. La melodia mi piacque e decisi di farne una versione mia. Poi è stata pubblicata.

Dove ti vedi fra un anno?

Non mi vedo in un posto in particolare, mi vedo a continuare a scrivere musica e a sperimentare.

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