La musica di FORTE: «ENI», un disco tratto dalla vita di tutti i giorni

A tre anni dal disco d’esordio, La musica di FORTE torna a farsi sentire e lo fa con 9 tracce racchiuse in ENI. Il disco si muove tra sonorità folk, indie-pop e cantautorato. A volte romantico, ma anche malinconico, intimo ed esperienziale.

Se questo disco fosse un’istantanea sarebbe quella di due persone schiena contro schiena, fermi all’angolo di una stazione di servizio. Almeno io me la sono immaginata così e credo che quest’immagine restituisca la sensazione che ti si appiccia addosso ascoltando questo disco. Due persone che si amano ma non riescono a dialogare, ferme immobili in uno dei non luoghi per antonomasia.

L’avevo definito già un cantautore “bucolico” e rinnovo quest’espressione per bene identificare cos’è La musica di FORTE e cosa vuole trasmettere. Partiamo dicendo che queste canzoni nascono, crescono e si evolvono tra le campagne del profondo Salento, basta infatti ascoltarle per avere in mente distese di campi bruciate dal sole al tramonto, odore di cose semplici, ritmi di vita lenti e rallentati. Ed è questa la sua forza. Queste canzoni nascono fuori dal caos metropolitano e beneficiano dell’aria pulita che c’è intorno.

Sono 3 le tracce che, a parer mio, rappresentano le chiavi di lettura per capire questo cantautore e il suo mondo.

Tastiera, il secondo brano del disco, disegnato su sonorità cupe, incalzanti e un mantra che si ripete “va sempre tutto bene” e in fondo ci crediamo anche quando non è così. Tutta l’acqua per gli alberi, apripista del progetto, si apre con un vocale e parte con il ritornello, decostruendo lo schema della canzone italiana e restituendo una ballad dal tono up. I dischi migliori, una riflessione cantata e sussurrata, la fotografia dell’illusione di questi giorni e una frase che merita 100 minuti di applausi a scena aperta: “Che i discografici sono solo artisti che non ce l’hanno fatta”.

La musica di FORTE è fatta di canzoni scritte con una vecchia chitarra del padre in una piccola dimora estiva a pochi passi dal mare e registrate in uno studio immerso nella campagna, nel sud della Puglia. Nel 2020 esce “Amore doni, amore vuoi”, il disco contiene 9 canzoni che parlano di amore e odio, lo scorrere del tempo con le difficoltà di mantenere salde le proprie sicurezze e relazioni in un mondo di certezze relative. Due brani estratti da questo album (“Be.Bo” e “Anni”) sono stati utilizzati per la colonna sonora della serie televisiva SKAM 5, ottenendo numerosi consensi dal pubblico, entrando nella classifica delle canzoni più shazammate in Italia tra settembre e ottobre 2022.

La musica di FORTE
La musica di FORTE – ENI [Ascolta Qui]

Grazie a La musica di FORTE per aver raccontato tanta verità con tanta semplicità. Ecco cosa ci ha raccontato durante l’intervista:

Partiamo dal contesto geografico in cui «Eni» ha preso forma. Le campagne pugliesi per l’appunto. Facciamo che chiudo gli occhi e tu con le parole mi descrivi quei luoghi…

La Puglia ovviamente è la mia casa, quindi sarò di parte. la bellezza dei suoi paesaggi è prorompente quanto calma e pacifica. Le campagne, il mare e la gente che ci abita sono un insieme di pace e amore che riescono in qualche modo a farti sentire al sicuro.

Ora che ho le coordinate di questo disco, parlami del tuo rapporto con questa terra. Hai mai pensato di andare a vivere altrove e perché poi hai scelto di restare?

Ho spesso pensato di andare via in passato, quasi desiderato; ma ora mi rendo conto che la mia vita è qui e sono felice di aver fatto questa scelta. Sono rimasto per varie ragioni personali che mi hanno tenuto bloccato. Sicuramente ho rinunciato a tanto ma ho anche imparato ad apprezzare molto la mia terra.

Attingendo alla memoria di una precedente intervista mi pare di ricordare che nella vita fai anche un altro lavoro che poco c’entra con la musica. Come fai a conciliare le due cose?

Mentirei se ti dicessi che non è complicato,. Trovare il tempo per avere la mente sgombra da pensieri lavorativi e riuscire a dedicarsi a scrivere è davvero un’impresa! Fortunatamente riesco ancora a ritagliarmi qualche piccolo momento per me e la musica senza tralasciare niente. Forse non è abbastanza! Ma cerco di farmelo bastare.

La musica di FORTE
 In “Alta Marea” parli di come imparare ad accettare sé stessi senza avere la pretesa di cambiare il mondo. Tu come ci sei riuscito?

Non è stato complicato per me, non ho mai avuto pretese esagerate e non ho quasi mai finto di essere quello che non sono, soprattutto musicalmente. Sono convinto che nell’arte bisogna sempre mettersi a nudo e dire quello che si pensa, non quello che gli altri vogliono o che si aspettano che tu dica. Spesso la verità non è la cosa più giusta o corretta da dire, ma è comunque le tua verità.

E poi c’è una frase in “I Dischi Migliori” che mi ha fatto molto sorride in quanto tristemente vera: “Che i discografici sono solo artisti che non ce l’hanno fatta”. Da qui mi aggancio ad una riflessione su cosa vuol dire fare musica nel 2023, di quante sono le aspettative e di quante sono le delusioni. Come se la vive un cantautore oggi?

La verità è che d’un tratto è cambiato tutto, personalmente non mi sento di appartenere più a nessun filone. Ci sono quella ventina di artisti in Italia che fondamentalmente si sono ormai presi tutto. È come se fossero rimasti solo i mocciosi e i nostalgici. Non si fa musica per “arrivare” o per “monetizzare” ovviamente! Però è anche vero che se vivessi di musica e avessi quindi tutto il mio tempo da dedicare a questo sarei sicuramente 100 volte più produttivo. Odio tantissimo chi dice “ai miei tempi era diverso” però forse non esiste una persona al mondo che non l’abbia mai nemmeno pesato.

E adesso concludiamo con le tue personali aspettative su questo disco.

Spero ovviamente che possa essere ascoltato e apprezzato da più gente possibile e che riesca ad arrivare al cuore di qualcuno. Mi basta questo.

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