Bnkr44. Anno domini 2033. Questa recensione viene dal futuro

“Cosa ascolti?” Una domanda così banale e quotidiana, celava mille risposte, tante sfumature. “Il disco d’esordio dei bnkr44, 44.DELUXE. Anno domini 2020, quello della pandemia di Covid19”. Gli occhi dell’adolescente ribelle. La innata curiosità mista a quel senso di pruriginoso scetticismo per un gruppo di cui non aveva mai sentito parlare e per un album uscito ben 13 anni prima.

“E perché lo ascolti?” Una domanda difficile, non c’era dubbio. La base di tutto, la scabrosa verità dietro ogni discussione musicale, la tomba sempre piena di ogni critica musicale. “È la storia di un’amicizia” Sti cazzi. Sviare il discorso, bluffare ad una mano di poker, fare il vago. Ma se parliamo di musica…si, è una risposta del cazzo. “Se non ti annoia, vorrei raccontartela. Altrimenti su YouTube c’è tutto…”

– “Dopo andiamo al Mac?”

Nessuna risposta.

– “Bnkr44 sta per Bunker44. Un gruppo di ragazzi che pian piano trasformarono una vecchia conceria in provincia di Firenze in un enorme laboratorio musicale. Un divano su cui sfogare la propria creatività, prendendo il buono dei vent’anni e la staticità della provincia, l’irascibilità dei vent’anni e la tranquillità della provincia. Tu sai cosa è un bunker?”

– “Mhh… si”

– “Il bunker è associato spesso a immagini negative. È un luogo in cui difendersi, una metafora delle paure dell’uomo. Mi isolo dal mondo esterno in attesa di un evento traumatico. Le bombe, le tempeste atomiche. Non solo. Il bunker è occasione di ritrovarsi come esseri umani, come identità multiple e compatte. È difesa si, ma anche micromondo. Ogni essere umano è un bunker, ogni città è un bunker…”

Mi guardava come si osserva un venditore che cerca di fregarci ma dal quale siamo stati inesorabilmente rapiti.

– “Il bunker per il collettivo toscano fu proprio questo: opportunità. La provincia come opportunità, la musica come opportunità e svago, un vecchio divano come luogo in cui guardare un soffitto uguale ma dalle mille sfumature. Il bunker del 2020 fu la cameretta del 2010…”

– “La mia cameretta è un micromondo.”

– “La tua cameretta è solo un accumulo di panni sporchi. Zitto e ascolta.”

– “A 16 anni anche la tua cameretta era un accumulo di panni sporchi.”

– “Touché. Io vorrei tu fossi sempre curioso e provassi a raccontare sempre il mondo dentro di te con parole tue, non con slogan. Mi hai chiesto perché stamattina avessi riascoltato 44.DELUXE. Uno dei motivi è questo: la sincerità. A venti anni spesso cerchiamo le parole, concetti difficili per fare i fighi, inventiamo nuovi linguaggi per sembrare eroi dei fumetti. La musica sembra aiutarci: c’è qualcuno che sembra aver vissuto i nostri amori, i nostri fallimenti. Ma è solo una copia: alla fine le lacrime e i sorrisi sono i nostri. Ascolti una canzone dedicata a chissà quale Caterina e pensi a quella Caterina. È così?”

bnkr44 – 44.DELUXE [Ascolta Qui]
Sapevo che stava corteggiando tale Caterina, una ragazzina bionda che proprio non se lo filava. Colpii nel segno. Mi guardò con il tipico sguardo delle tempeste estive: tanto devastanti quanto fugaci.

– “Quindi la musica è racconto? La musica è espressione di storie e vite che si ripetono all’infinito ma che si reinventano ad ogni nuova lacrima, ogni nuovo inizio? È quindi immortale ma estremamente mutevole? La musica è come le onde del mare?”

– “Ma se mi ami, scrivilo sugli aeroplani… è una frase di Temporale, prima traccia dell’album. Cosa c’è di più eterno del sogno di scrivere il nome di qualcuno su un aeroplano? Quando io andavo al mare leggevo sempre promozioni o slogan politici sugli aeroplani”

– “Tu andavi al mare?”

– “Non apriamo voragini. Quante volte hai sognato l’impossibile? Quanto è bello avere la capacità di sognare l’impossibile? Non è forse questo una delle grandi differenze tra ragazzi ed adulti? Ricorda: vecchio è una parola che non devi mai usare…”

Pausa di riflessione. Per entrambi.

– “Di cosa parliamo spesso? Che non riesci a parlare con i tuoi, che spesso il tuo unico amico è uno specchio, che a scuola non ti senti apprezzato…”

– “La scuola fa schifo.”

– “Ti mancherà, credimi. Reagisci. Trova le forze per splendere, per affermare la tua unicità nel mondo. Hai sedici anni, buon Dio. Troppe caramelle parla anche di questo. C’è una frase molto bella che dice: dai, vedi un po’ che c’è da cambiare. Il cambiamento è fondamentale. Ogni giorno può essere quello buono per iniziare, per rinnovarsi e per stringere nuove amicizie. Il 2020 fu un anno particolare. La pandemia di COVID-19 che tu hai solo letto sui libri, modificò anche il concetto di scuola, di aggregazione. Tutti chiusi nelle nostre case, tutti affacciati alla finestra. Forse anche per quello un gruppo denominato bnkr44 fu di buon auspicio.

La sensazione di vivere in un bunker fu reale e purtroppo al passo con i tempi.

Spesso parlare e confrontarsi è solo questione di trovare il momento adatto: nell’album si riflette questo bisogno, anche e soprattutto legato ai tempi che furono. Di colpo sembrò tutto in discussione. Fu difficile sai? Essere ventenni, in una piccola frazione della campagna toscana, in pieno lockdown. Il mondo fuori lontano parente da quello a cui eravamo abituati. Se ascolterai tracce come Sabbia o Aquiloni o Latte e cereali puoi sentire la nostalgia delle cose semplici, degli amori puri e senza scazzi. Senti il profumo maligno di quei giorni, la voglia e l’impotenza di chi si affacciava alla vita. La nostalgia è una cosa che corrode e all’epoca ci corrodeva parecchio.”

– “Voi adulti mettete la nostalgia dappertutto… come io la maionese”

– “Hai ragione. Ma la nostalgia è un demone misterioso. In un mondo che cambia furiosamente fermarsi per guardarsi indietro può essere fatale. Ma anche camminare con i paraocchi può esserlo. Sapere che tutto è in discussione atterrisce: sapere che tutto può però cambiare ti aiuta a dormire la notte. I tuoi occhi mi dicono che la curiosità ti ha conquistato. Sai che questo lavoro dei bnkr44 qualcosa può darti, qualcosa può insegnarti. Dietro quelle sonorità, dietro quei testi c’è qualcosa di attuale ma anche di perenne.

Dopo 13 anni c’è ancora la possibilità di ascoltarlo con piacere. Perché certe cose le puoi vivere solo in una piccola parentesi di vita: per un attimo puoi sentirle battere ne petto, per molto tempo dopo solo respirare. Credimi, oggi certe distinzioni di genere sono superate ma nel 2020 raccontavano tanto di un lavoro. Interessava a molti capire se un disco fosse pop o rock.

Le sonorità di 44.DELUXE sono la necessaria conseguenza di quello che abbiamo detto finora.

Non aspettarti un unico grande percorso: tante teste, tante sfumature. Un ventenne nel 2020 poteva ascoltare praticamente tutto con uno schiocco delle dita. Quando io ero un ragazzino esistevano le radio tematiche: ascoltavi rock e non ti aprivi alla dance, ascoltavi la techno e ti mancava la parte cantautorale. No, non guardarmi così. Essere lungimiranti e aperti al mondo è fondamentale. Quello che invidiavo ai ragazzini del 2020 era la capacità di sperimentare senza screditare il lavoro altrui. Definire è limitare tuonava Wilde e le nostre orecchie sono troppo perfette per perdersi in stupidi muri di cemento.

I bnkr44 mostrarono di aver compreso la lezione. Sonorità meticce, sovrastrutture musicali che era difficile racchiudere in un recinto ben definito. Che poi lezione non era, quanto piuttosto di necessità. Voler bene al cuore di tutti ma in primis amare le orecchie di tutti. Si narra che le canzoni che abbiamo amato durante l’adolescenza sono quelle che ci accompagneranno sempre.

Io penso sia così. E aggiungo che per un musicista sia ancora più importante. L’adolescenza è il periodo in cui tutto è concesso, in cui puoi ancora permetterti il lusso di pensare al futuro senza schemi e al passato senza rimorsi. Quando crei una canzone, una poesia, un fumetto sei sempre adolescente: tutto ti è permesso, tutto ti emoziona.

Tu immagina i bnkr44, nella loro piccola isola, con le loro birre, il ping-pong e tanti tanti dischi.

bnkr44

Immergiti nelle loro paure, nelle ragazze da conquistare o consolare, nella voglia di immaginare un futuro o semplicemente un modo per evadere. Io li immagino ancora oggi compressi e allungati dal casino delle loro menti creative, dalle regole entropiche della loro voglia di esprimersi. Per questo trovammo quelle tracce così innovative. Esprimevano una musica in transito. Non avevamo perso il treno e neppure lo stavamo ancora aspettando. Potevi cantarle, potevi annotarle sul diario o condividerle su Instagram. Potevi non saperne nulla eppure erano anche tue. Un puzzle. Si, un puzzle!”

– “Quindi la musica può essere indisciplinata?”

– “No. Non è la musica ad essere indisciplinata. Indisciplinato è il caos che si crea dentro di noi. Te l’ho già detto. Se la musica è fiammifero è perché abbiamo taniche di benzina. Tutto sembra difficile a volte perché non riusciamo a rimettere i pezzi a posto. Ma il caos che la musica ci regala serve anche a questo. La musica è tutto quello che ti cui hai bisogno per riordinare la tua stanza. Ma devi prendere lo straccio e iniziare. “Non trovo spazio ma noia. Resto qui nel mio mondo. Ed è già finito un giorno che forse è durato troppo…

– “I giorni durano troppo anche perché spesso la musica non c’è. Tu la idealizzi troppo.”

– “E cosa proponi?”

– “Ma tu conosci tutti i testi dell’album a memoria?”

Belle le domande mascherate da risposte. E viceversa.

– “Ma no stronzetto. Però ultimamente ascolto vecchi album e ne rileggo le frasi come se nascondessero vitamine ignote. Mi sono versato un bel bicchiere di Malvasia e ho pensato a quel 2020 funesto. La musica ha fatto il resto. E leggere i testi è fondamentale… la traccia precedente è Disordine…”

– “Ci penso spesso.”

– “Pensi al disordine?”

– “No. Penso a quanto io sia disordinato.”

– “Essere disordinati è molto affascinante. È un modo utile per definirsi creativi.”

– “Quindi pensi che quel disco sia nato nel disordine?”

– “Non penserai mica che quel bunker fosse ordinato, vero?”

– “Mi hai convinto. Però non prendermi in giro… davvero stavi ascoltando un disco di tredici anni fa per puro caso?”

– “Giuro. E vorrei lo ascoltassi anche tu. Senza pregiudizi. Quante volte ti ho consigliato musica che non ti è piaciuta?”

– “Sempre. Dopo andiamo al Mac?”

Nessuna risposta. Poco dopo lo vidi perdersi in cuffiette ai miei occhi troppo tecnologiche. Tracce sparate come aria compressa di cui non potevo dire proprio nulla. Chissà cosa stava ascoltando.
bnkr44 – Extra#1 [Ascolta Qui]
Presi il telefono e scrissi un messaggio

– “Caro Nembo, come stai? Oggi ho riascoltato il disco dei bnkr44. Ricordi? Mi affidasti la recensione tanti anni fa. Un disco così vivo, così disordinato: un esortazione a vivere, sbagliare e rimediare. Secondo te siamo diventati come quei vecchietti che propongono vecchia musica solo per sentirsi giovani ancora una volta? Dimmi di no…”

“Troppe caramelle ti fanno male, Francè…” –

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