Un video live per ricordare i concerti: “Ostriche” dei Candreva [Anteprima Clip]

Un disco sospeso, per forza di cose, come in una bolla atemporale formatasi subito dopo la pubblicazione ufficiale.
È la storia di “Supermercati“, della band Candreva. Giusto il tempo del release party, ed ecco l’arrivo del lockdown che ha, di fatto, congelato tutte le attività in programma a seguito della pubblicazione dell’album.

La band prova a far tesoro di quella serata, tornando a farsi sentire attraverso il singolo “Ostriche”, accompagnato da un videoclip molto significativo: le riprese live di quel 14 febbraio, per ricordare i concerti ora che c’è assoluta incertezza riguardo al ritorno delle attività di musica dal vivo.

Guarda in anteprima il video live di “Ostriche” dei Candreva

Ne abbiamo parlato con Nicola e Michele, le anime del progetto.

In questa fase girano tante cose attorno alla data del 14 febbraio per i Candreva. È il giorno di pubblicazione di “Supermercati”, ma anche quello dove è stato registrato il live video di “Ostriche”. Che ricordo avete di quel venerdì, e come sono stati questi novanta giorni tra quarantena e timida ripresa?

Nicola: Quel venerdì è stato magnifico. Abbiamo portato alla luce questo nostro primo album con un tema a me caro che consideravamo “urgente”. Non vedevamo l’ora di farlo cantare e ballare dal pubblico. Abbiamo curato il live con molti dettagli: dalle entrate in scena agli oggetti che utilizzavamo o il live painting della bravissima pittrice Ludovica. La risposta del pubblico è stata molto calorosa e l’atmosfera che si respirava era incredibile. Era il primo live con la nostra formazione al completo: oltre a me e Michele c’erano infatti Alessandro (al basso e tuta da scheletro), Fabio (alle batterie) e Claudio (alla chitarra). Ne approfitto per ringraziarli tutti di cuore per il supporto che hanno dato e danno alla band in questi mesi.

Non potevamo aspettarci che quello sarebbe stato il primo e ultimo live dedicato all’album. Avevamo ulteriori date fissate a breve e altre ancora da organizzare. Ci stavamo preparando per andare a Torino in occasione della Notte Rossa di Fred (Buscaglione), e dopo avevamo altre serate in fase di organizzazione a Milano e a Firenze, ma ahimè tutte queste date sono saltate.
Come ho vissuto la quarantena?

Rallentando e prestando più attenzione al circostante, che ultimamente davo per scontato. Leggevo molto, suonavo la chitarra classica, mi alzavo di buon’ora e facevo sport. Quando per due mesi hai solo un balcone come finestra sul mondo oltre a internet ti viene naturale rivalutare alcune priorità. E costringerti ad una costante routine quotidiana!

Michele: Per me quel venerdì è stato frenesia pura. Mi trovavo a Londra e mi sono alzato la mattina alle 4 per poter arrivare in tempo a Pisa e preparare tutto per la serata. È stata una giornata assurda e bellissima allo stesso tempo. Penso sia stato la serata più bella vissuta assieme a

Nicola e tutti i ragazzi che da un po’ di tempo stanno aiutando il nostro progetto. Vedere tanti ragazzi e ragazze, venuti solo per sentire il nostro disco (era uscito il giorno stesso) è qualcosa che ancora mi fa scaldare il cuore.
La quarantena per me è stata un esercizio zen. Mi sono chiuso in tanti piccoli loop quotidiani: correre, suonare e leggere mi hanno aiutato a mantenere intatta la sanità mentale.

Il disco ha un sapore di retro-nostalgia che si adatta bene a colorare il mood di questi giorni. Sicuramente è una convergenza fortuita, ma è comunque un bel colpo riuscire a caratterizzare un periodo che verrà sicuramente ricordato a lungo. Quali sono le vostre ispirazioni principali?

Nicola: Vero. E’ stata una casualità davvero particolare. Dal mio punto di vista, soprattutto per quanto riguarda i testi ho cercato di raccontare il presente, tentando di tradurre in chiave musicale le contraddizioni e le problematiche del nostro tempo, concentrandomi in particolare sull’ambiguità e la diffidenza nelle relazioni umane delle nostre generazioni.
Durante il concepimento del disco sono stato in particolare influenzato da Lucio Dalla, Cosmo, Bluvertigo, Coma Cose, i Cani, Andrea Laszlo de Simone e Baustelle.

Michele: Più che di ispirazioni mi piace parlare di influenze. Nel mio caso sono principalmente artisti come Moderat, Daft Punk, XXXTENTATION ma anche Battiato, Stato Sociale e I Cani. Questi sono sicuramente alcuni degli ascolti con cui mi ero chiuso prima della produzione del disco e da cui sono stato particolarmente influenzato in quel periodo. Alla fine il lavoro che c abbiamo svolto con Nicola è stata una sintesi dei nostri ascolti musicali, che spesso hanno combaciato alla perfezione.

Analizzando più nel dettaglio “Ostriche”, il testo parla delle gabbie che ci costruiamo per farci amare dagli altri, della fragilità di ognuno e di quanto siamo distanti nonostante questa forzata iperconnessione che ci fascia. La scelta di un live video è per lanciare un messaggio di “reale vicinanza” e non semplicemente digitale?

Nicola: Assolutamente sì. In questi due mesi la quarantena e la condizione di continua insicurezza rispetto al futuro ci hanno fatto fare i conti con noi stessi. La vicinanza telematica ha reso molto più dolorosa la lontananza fisica e ci siamo ormai resi conto di come le videochiamate siano solo un surrogato affettivo. Noi, come Candreva per esempio, non abbiamo ancora fatto delle vere dirette live. Crediamo che per il momento non sia la dimensione giusta, mancando il vero contatto con il pubblico, manchi quella magia e connessione emotiva che si crea durante un live.

Dando un’occhiata al futuro, “Supermercati” sarà un disco necessariamente longevo, con un ciclo promozionale dilatato maggiormente nel tempo. Insieme alla vostra label avete già in mente che pianificazione adottare?

Abbiamo delle cose pazzesche in mente ma per ora non possiamo anticiparvi niente! 🙂

“Le storie buone fanno sempre dormire bene”, è una frase che viene da “Ostriche”. Quanto abbiamo bisogno di storie buone in mezzo a questo casino?

Nicola: Tantissimo. Ma le “storie buone” sono come una droga, e non ci impediscono di nascondere le “storie cattive” che fanno parte della nostra vita e di cui abbiamo in realtà molto più bisogno per capire il presente e per migliorare il nostro futuro.

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