Orietta Berti, i Måneskin, l’universo indie all’Ariston: Weekly Speciale Sanremo

Arriva così quel senso di vuoto, come quello che ti assale quando finisce una serie tv a cui hai prestato il cuore, che annuncia la conclusione della 71esima edizione del Festival di Sanremo. Hanno trionfato il Måneskin, ha trionfato il “ruock”. Benvenuti a questo nuovo Weekly, “Speciale Sanremo”.

Che edizione è stata? Considerando i tempi che corrono, la situazione generale in cui versa il mondo dello spettacolo, tutte le polemiche che lo avevano preceduto e tutte le difficoltà a cui una pandemia può metterti di fronte è stato un buon Festival. Certo un po’ lungo (sembra che duri da un mese) ma pur sempre un festival social, giovane, ecc.

Hanno vinto i Nazis… i Måneskin, si i giovani rockettari con cui Orietta Berti vorrebbe duettare.

Ironia della sorte, il meme più bello dell’intera edizione, il lapsus di Orietta, lo abbiamo generato proprio noi. Non ci credete? L’intervista da cui è tratto il frammento del lapsus è stata condotta dai nostri Mark Karaci e Sara Di Iacovo, potete trovarla tranquillamente sul nostro canale You Tube. Sulla storia di questo meme c’è bisogno di fare chiarezza: c’è lo zampino di alcune note pagine trash che hanno estrapolato dal nostro video il pezzetto incriminato e l’hanno fatto diventare virale senza darci mezzo credito. La notizia da lì è finita sulle testate nazionali di cui solo alcune (come Repubblica, prima, e successivamente Il Fatto quotidiano, Fanpage ecc) ci hanno menzionati. Il meme, senza credit, è finito poi nella top di Propaganda Live e davvero tutti hanno c’hanno riso e memato su. La storia si concluderà stasera: infatti siamo stati contattati dalla Rai che manderà in onda il frammento a Che tempo che fa di Fazio. Insomma bene, ma non benissimo.

Un siparietto divertente, che per fortuna non ha offeso nessuno, anzi. Certo il mondo dell’internet è un posto terribile, ma a noi resta una bellissima intervista a una donna e artista importante e vi consigliamo di andare a leggervela. Per questi motivi, la copertina del nostro Weekly Sanremese non è dedicata ai vincitori ma alla nostra queen Orietta Berti.

Tornando a parlare del festival: nessuno dei progetti in gara venuti dall’universo “indie” ci ha deluso.

Colapesce e Dimartino ci hanno fatto ballare trasportandoci in una balera, con le luci stroboscopiche e l’atmosfera anni ’70. La Rappresentante di Lista ci ha emozionati fino al midollo: performance eccezionali, un brano potente che arriva dritto dove deve arrivare. Veronica era quella scoperta che il pubblico generalista italiano doveva assolutamente fare, una delle voci più belle che abbiamo attualmente in Italia. Che belli poi i Coma Cose nella loro nuova veste più asciutta, priva di fronzoli. Hanno tolto gli abiti urban mantenendo il loro stile: hanno portato sul palco il loro amore senza essere smielati. È stato bello vederli comunicare con gli occhi durante le esibizioni, sembrano sostenersi a vicenda con la sola forza degli sguardi. Peccato si siano classificati così in basso. Troppo in basso ci è finito anche Fulminacci: il brano “Santa Marinella” era di pregevolissima fattura cantautorale: certo qualcuno ha detto che che avrebbe potuto osare di più, ma penso sia stato perfetto così nel contesto in cui si è calato. Tra l’altro abbiamo avuto modo di intervistare anche lui (senza lapsus) stavolta: trovate l’intervista qui.

La beffa è stata non avere Willie Peyote sul podio.

Dopo quattro serate in cui era lì, con il televoto ieri è sceso drasticamente. Eppure il suo è stato un brano di rottura per certi versi. Non solo da un punto di vista testuale, infatti è stato l’unico pezzo “politico”, ma anche da un punto di vista della musica. Ha dato ritmo e forza a una playlist di canzoni che in molti punti ci hanno fatto assonnare. Sul podio invece ci è salita Francesca Michielin con Fedez con una sorta di miracolo del televoto: infatti hanno scalato l’intera classifica solo con il voto da casa. Ma non è bastato per spodestare il rinnovato potere del “ruock”. Infatti, tirato un respiro di sollievo quando Amadeus ha annunciato la terza posizione di Ermal Meta, il cui brano (a mio avviso) non meritava assolutamente il podio, lo scontro per le prime due posizioni sembrava favorire i Michielinez. Invece no, questa volta non è riuscito il miracolo di Chiara Ferragni nonostante i ripetuti appelli su Instagram.

Per chiudere questo Weekly Speciale Sanremo: personalmente ritengo che il brano più bello sia stato quello di Madame. Si è portata a casa il premio per il miglior testo ma è con l’interpretazione che mi ha toccato, mi ha emozionato. Ma non così per dire: il ritornello del pezzo nel modo in cui lo interpreta lei, con quella passione, quella sofferenza, riesce ad acquisire sfumature di disperazione quasi tragiche. Lei sembra stia sul punto di piangere: le espressioni del viso contorto, il corpo piegato, la voce sporcata dall’autotune denotano una personalità fortissima, una presenza scenica fuori dal comune per una ragazza di 19 anni. Nessuno dei brani in gara ti arriva al ventre così forte da commuoverti.

Folli, sebbene siano stati pochi, coloro che hanno pubblicato qualcosa durante questa settimana. Li abbiamo raccolti ugualmente nella nostra playlist. Vi ricordiamo che potete rileggere i nostri contenuti sul festival nella categoria “Speciale Sanremo” che trovate sul nostro sito.

Album

La Rappresentante Di Lista – My Mamma (Woodworm Label)

Lo Stato Sociale – Attentato Alla Musica Italiana (Garrincha Dischi)

Noemi – Metamorfosi (Sony Misic Italy)

Francesca Michielin – Feat – Fuori Dagli Spazi Repack (Sony Music Italy)

Orietta Berti – La Mia Vita È Un Film (Gapp Music)

Colapesce Dimartino – Imortali2 Repack (42records)

Bugo – Bugatti Cristian Repack (Sony Music Italy)

Davide Shorty – Fusion A Metà (Totally Imported)

Extraliscio – È Bello Perdersi (Sony Music Italy)

Mattia Loris – Quit Area Suite Ep (Slowth Records)

Singoli (Speciale Sanremo)

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