Luk racconta “Nove Sigarette” track by track

Le Nove sigarette sono quelle non necessarie, quelle fumate velocemente e con sofferenza, quelle consumate per rabbia, nervosismo, ansia, dolore, noia, rancore e malinconia.

La città troppo feroce, i bruciori in petto, l’incomunicabilità, la fame dei vent’anni, le domeniche di noia, l’insoddisfazione, i dubbi sul futuro, il disagio dei quasi trent’anni, il vuoto e la nostalgia: tutto ciò è presente in queste prime nove tracce che tendono a fondere canzone d’autore e musica elettronica e che tracciano l’inizio di un percorso nuovo e sincero.

LUK è il progetto solista di Enzo Colursi, cantautore napoletano, classe ’91.  Ha sempre ascoltato i cantautori italiani sin da piccolissimo: Tenco, Guccini, De André, Battisti, Daniele, De Gregori e così via. Lucio Dalla su tutti ha cambiato irrimediabilmente la mia vita ed è colpa sua se oggi prova a scrivere le canzoni. Il nome LUK non è altro che il titolo di una sua canzone semisconosciuta. Ad un certo punto, dopo aver passato anni ad esibirsi con il piano in situazioni acustiche, avverte il bisogno dell’elettronica e di suoni diversi. La dichiarazione di intenti di LUK è il linguaggio diretto, la descrizione di immaginari urbani, veri, i suoni distorti e una voce disperata. Il suo primo disco “Nove sigarette” racchiude tutto ciò che ha sentito dentro la pancia in questi ventinove anni ed è stato anticipato dall’uscita dei due singoli “Acab” e “Lucio Battisti”.

Luk, il tuo nome d’arte è ispirato ad una canzone di Lucio Dalla che non tutti conoscono. Cosa ha rappresentato per te la figura del cantautore bolognese?

L’ascolto e lo studio dei cantautori italiani è un aspetto che ha caratterizzato tutta la mia adolescenza. Ascoltavo principalmente De André, Guccini e De Gregori che considero dei veri e propri poeti. Ho scoperto successivamente Lucio Dalla e ho da subito adorato il suo modo di fare musica, il suo estro e la sua voce così potente ed incredibilmente espressiva. Un artista che ha sperimentato tantissimi generi, un musicista geniale e complesso che proponeva un modo di scrittura spesso crudo e diretto ma di una poetica senza precedenti. Lucio Dalla è il vero colpevole riguardo il mio desiderio di cominciare a scrivere canzoni. Gli ho voluto inevitabilmente un gran bene.

Ma Lucio Dalla non è l’unico cantautore che chiami in gioco, infatti un brano contenuto nell’album si intitola Lucio Battisti. Di cosa parla?

Battisti è stato di certo l’artista più influente della storia della nostra canzone. Ci sono sue tracce in tutta la produzione pop italiana compresa quella attuale. Ha inventato dei codici che involontariamente seguiamo ed è un artista che ritorna ciclicamente nel nostro quotidiano, la canzone spiega grossomodo proprio questo. Il brano parla del disagio di trovarsi nel caos generale, del non sentirsi al proprio posto, ma poi ci sono “come sempre le canzoni di Lucio Battisti…”

Tu vivi a Napoli ma hai un legame molto forte con la città dei tortellini e infatti nell’album ci sono diversi riferimenti. Parlaci di questo rapporto d’amore…

In realtà non c’è nessun motivo che mi lega particolarmente a Bologna se non per Lucio Dalla. Il titolo della prima traccia del disco è semplicemente un riferimento ad un concetto che esprimo anche in maniera abbastanza violenta. C’è molto di Napoli in questo primo album ed è inevitabile. Napoli rappresenta lo scenario di queste nove sigarette ed è stata un’ispirazione fondamentale.

Quando hai capito che volevi tirare in ballo anche suoni elettronici nel tuo modo di concepire la musica?

È stato un percorso graduale. Ho cominciato a proporre le mie canzoni accompagnandomi solo con il pianoforte per qualche anno. Ho incontrato Alessandro Freschi, che attualmente è il regista di tutti i miei video ed è anche il grafico che si è occupato dell’immagine dell’album, e Lorenzo “Otto” Campese. Insieme nel 2013 formammo le “Isole Minori Settime”, gruppo con cui ho suonato per quattro anni. Condividere quest’esperienza con altri due autori comporta inevitabilmente una contaminazione tra i vari approcci, tutto ciò è motivo di crescita sia artistica che umana. Dopo la conclusione di questo progetto, ho sentito il bisogno di esprimere tutto il disagio e il livore che ho sentito in quel periodo e volevo farlo con un impatto sonoro diverso da ciò che avevo proposto finora. La musica elettronica ha cominciato ad affascinanti relativamente tardi e al momento è la chiave espressiva che più mi rappresenta.

Nove sigarette è il titolo del tuo album d’esordio, c’è un filo conduttore che lega i brani?

Questo disco è come se fosse un concept involontario. Queste tracce sono legate tra di loro più di quanto io stesso immaginavo. Ciò che lega queste nove canzoni è la rabbia e la passione che caratterizzano i vent’anni e la consapevolezza e la disillusione di chi si sta per avvicinare ai trenta. Sono nove sigarette fumate in modo rabbioso, maniacale e nevrotico. Dovevano uscire fuori e son contento che l’abbiano fatto nel modo che volevo.

Ascolta qui l’album d’esordi di Luk

“NOVE SIGARETTE” – LUK // TRACK BY TRACK

IL CENTRO DI BOLOGNA

Si tratta di una dichiarazione di intenti di LUK e di questo primo album. Rappresenta la voglia di esprimere le canzoni in modo più onesto possibile ed il desiderio di cercare e perseguire la bellezza in tutte le sue forme, nonostante la bruttezza che ci circonda.

ACAB

È il brano che ha anticipato per primo l’uscita di questo “ACAB” è una canzone che parla di quanto l’abitudine e l’incomunicabilità possano essere devastanti in un rapporto e di come l’affetto riesca ad imporsi nonostante tutto.

LUCIO BATTISTI

Il secondo singolo dell’album. “Lucio Battisti” è la mia anima più pop. Racconta un senso di disagio dovuto al caos e ai trent’anni che si avvicinano. Nel ritornello ho voluto manifestare il desiderio di continuare ad essere spensierato e sereno grazie all’amore e all’alcol, soprattutto.

FEBBRAIO

“Febbraio” è una tragica fotografia di un momento caotico e feroce. Mi sono divertito molto a creare questo tipo di immagini e a esasperarle. È un brano a cui tengo particolarmente. Febbraio è il mese in cui sono nato e sarà sempre il mese in cui è uscito “Nove sigarette”.

LUNE STORTE

È l’unico vecchio brano di questo disco. “Lune storte” è una canzone che ho scritto nel 2013 e che mi hai dato tante soddisfazioni, il fatto che non fosse mai stata prodotta in studio era stato sempre motivo di insoddisfazione. Non potevo esimermi da aggiungerla in questo disco, glielo dovevo.

SLOGAN

L’ho scritta in un momento complicato per me e per ciò che accadeva intorno. È un urlo disperato dove provo a raccontare il disagio di questi giorni ma sempre dal mio punto di vista. È una canzone che mi carica tantissimo.

VOCE001

La storia di questo brano è speciale. È una canzone d’amore struggente registrata in una notte d’estate con il cellulare. Abbiamo deciso poi di tenere quella registrazione nel disco aggiungendo altri elementi. Il risultato che è venuto fuori mi piace molto. Ringrazio Blindur per avere avuto questa brillante idea, oltre che per tutto quello che ha fatto.

GIOVINEZZA

“Giovinezza” è probabilmente il testo più duro e tragico che abbia mai scritto. Racconta la disillusione, l’apatia e la totale rassegnazione di un momento. Però si balla. Almeno quello!

NOVE SIGARETTE

L’ultimo frame di una bellissima storia d’amore, i titoli di Non poteva non chiudere questo disco. È canzone che mi emoziona tanto e cantarla rappresenta sempre qualcosa di particolare anche quando sono solo al casa con il pianoforte. La coda finale racchiude perfettamente ciò che per me è ed è stato questo disco.

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