Mio nonno faceva il meccanico. Nel tempo libero aggiustava cose, ne costruiva altre, spesso solo per il gusto di farlo. Se c’è un oggetto che ancora oggi me lo fa venire in mente, è una vite o un chiodo trovato per strada: uno di quelli persi da qualcuno, lasciati lì per caso, o staccatisi dall’asfalto. Passeggiando insieme ne trovavamo tanti, soprattutto vent’anni fa, quando in paese si lavorava ancora molto con le mani. Lui mi faceva fermare e raccoglierli, tant’è che ancora oggi mi blocco un attimo appena ne vedo uno. Poi li mettevamo nella sua valigetta degli attrezzi, che teneva sempre in macchina. Dentro c’era un po’ di tutto: tutto quello che potesse dar vita, o far tornare nella sua bellezza, qualcosa. Guardando la copertina del nuovo disco di Frah Quintale, Amor Proprio, mi è tornata in mente quella valigetta.
Anche qui, sulla cover a graffito, l’altra passione di Frah, una scatola di attrezzi dipinta a mano da lui. Questa volta non per riparare oggetti, ma per sistemare un po’ i pensieri: per rimettere insieme quello che si è rotto, per imparare a guardarsi con gli stessi occhi con cui si vorrebbe essere visti dal mondo e magari iniziare a volersi più bene. Amor Proprio, appunto.

Qualche giorno fa abbiamo sentito Frah su Zoom, dove ci ha presentato questo nuovo progetto e il tour in arrivo.
Il tour partirà ad aprile e toccherà sei palazzetti in sei città diverse, vere e proprie feste con tanti ospiti. Sarà l’occasione per celebrare dieci anni di carriera solista. Oltre a Amor Proprio, Frah ha ci ha svelato che gli piacerebbe suonare anche i suoi featuring nei dischi di altri artisti.
Il nuovo album, Amor Proprio, uscito il 10 ottobre, si è presentato fin dalle settimane precedenti all’uscita come un invito a camminare, a pensare e a prendersi quel tempo per sé, che oggi siamo sempre più portati a sacrificare. È un album che non ti intima di volerti bene: ti mostra come suona piano, quando inizi a farlo.
Nei giorni precedenti all’uscita, le tracce erano state nascoste in giro per la città: da scoprire camminando tra i propri pensieri, la musica nelle cuffie e tutto ciò che ancora non si riesce a dirsi. Un modo semplice ma diretto, ci ha raccontato Frah Quintale, per ricordarci che l’amor proprio comincia anche così ed è la conditio sine qua non per riuscire a vivere bene con tutto il resto.
Amor Proprio è un disco stiloso, composto da undici brani legati da un unico concept. Le tracce sono un riflesso dei luoghi in cui sono stati scritte. È come una stanza di sentimenti messi in musica, in cui si entra in punta di piedi e, poco a poco, ci si accomoda, come in una seduta di terapia. I brani spaziano dal rap al soul, dal funk all’it-pop tipico di Frah, mantenendo sempre il suo ritmo inconfondibile.
È un disco dell’interno
Frah non descrive ciò che vede, come in Regardez Moi, ed è diverso anche dal joint album Lovebars con Coez. Qui canta esclusivamente ciò che prova: sentimenti laceranti, noia, fallimenti elaborati. Lo fa con la calma di chi ha smesso di voler piacere a tutti per iniziare, finalmente, a piacersi un po’.
“Prima di amare gli altri, prova ad amare te stesso”.
Né oggi né domani apre il disco: una presa di posizione consapevole sui sentimenti vissuti negli ultimi anni. Lampo, invece, risuona come per un amore estivo.
Il ritmo incalzante viene poi spezzato da A prescindere, uno dei feat. che colorano l’album e che, come ci ha raccontato Frah, “sa di Maestrale”. È un dialogo malinconico e strumentale con Colapesce, che parla di rinuncia e di passi indietro da quegli amori di notti insonni descritti poi in La notte
In tanti lo aspettiamo a Sanremo, ma Lunedì Blu, il singolo perfetto per il Festival, Frah ha deciso di includerlo qui.
È una canzone splendida, che racconta dei ricordi più potenti in antitesi al tempo che scorre. Il video, un montaggio di autoscatti realizzati ogni giorno per tre anni. E diciamocelo: impossibile che non ci sia rimasto in testa quel “Vorrei, vorrei, vorrei”.
Immancabile anche la collaborazione con Joan Thiele in Occhi diamanti, la traccia più cinematografica del disco, che si apre con un jingle ricorrente, lo stesso dei suoi annunci su Instagram. C’è poi 1 ora d’aria 1 ora d’ansia, con Tony Boy, a chiudere il cerchio feat.

Quando gli abbiamo chiesto quale fosse il brano a cui è più legato, Frah ha risposto senza esitazioni: Chiodi.
Racconta di chi emigra altrove per necessità, per scelta o per inseguire un sogno, ma lo fa dal punto di vista di chi resta. Segue Gelato, con una splendida citazione di Cara del maestro Lucio Dalla, che con Pino Daniele e i Litfiba – ci dice Frah – sono gli artisti che lo hanno formato.
“Io qui che sto morendo e tu che mangi il gelato. Noi due ormai siamo un verbo al passato.”
Chiudono il disco Anni che non dormo e Non scendo più: due brani che spiegano come l’unico modo per avere davvero il controllo sulle cose sia, in realtà, lasciarle andare.
L’epilogo di Amor Proprio è il messaggio positivo di chi, dopo una ferita guarita, si guarda indietro con serenità per tutto ciò che ha vissuto.
È un disco che sprona a ritrovare l’equilibrio tra corpo e anima, tra chi siamo e chi stiamo diventando. A trovare i propri attrezzi e ricostruirsi, poco a poco. Perché volersi bene non è mai un gesto eclatante né egoista: è un lavoro di manutenzione quotidiana, una necessità per stare bene con gli altri.
Poi come diceva mio nonno: “Una vite alla volta”.

“Palazzetti ’26”, il tour di Amor Proprio
- 13 Aprile – Milano – Unipol Forum
- 15 Aprile – Firenze – Nelson Mandela Forum
- 17 Aprile – Roma – Palazzo dello sport
- 18 Aprile – Napoli – Palapartenope
- 20 Aprile – Padova – Kioene Arena
- 21 Aprile – Torino – Inalpi Arena
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