Intervista a Benedetta Raina

Un susseguirsi di secondi, attimi, battiti. Non dobbiamo trovare per forza una chiave di lettura, una pianificazione capace di riassumere tutte le sfumature che vorremmo catalogare. “Davvero”, il nuovo singolo della giovane cantautrice Benedetta Raina, parla esattamente di questo. È un invito spontaneo a vivere alla giornata, a cogliere tutti i suoni senza cercare melodie di fondo e cercando sempre di divertirsi.

Benedetta rifiuta sovrastrutture capaci di appesantire il cuore: ogni giorno è un nuovo inizio, una nuova trama da scrivere, un’occasione per reinventarsi. Lasciarsi le zavorre alle spalle: piccoli problemi capaci di riorganizzare paure e perplessità. “Concentrati su un suono sincero” appare come un augurio a star bene, a comprendere quanto sia speciale il percorso di ognuno di noi seppur fatto di vuoti e perdite. A diciannove anni è lecito abbandonarsi ai propri venti a favore e contrari, dando il meglio di sé per capire o anche non comprendere la propria strada.

È età di sogni, respiri di aria pura e gioiosi battiti irregolari. La traccia utilizza la voce profonda di Benedetta come fosse una nuvola di zucchero, facendo leva su una musicalità che trasmette leggerezza e si adatta perfettamente al testo. Un brano indie-pop che racconta un modo di fare e un bisogno di aria per un’anima stufa e desiderosa di conforto. Abbiamo fatto una chiacchierata con lei, cercando di capire come approcciarci a questa felicità leggera.

La vita ci pone di fronte a tante sfide. “Davvero” ci parla di come “fregarsene”. È un brano autobiografico? Come ti poni dinnanzi ai problemi che quotidianamente devi affrontare?

Ho scritto Davvero in un momento in cui ero particolarmente cosciente di ciò che avevo attorno e sapevo che peso darci; è una cosa che mi capita raramente dato che spesso tendo a basare il bilancio della mia vita solo sulle cose negative che mi capitano, piccole o grandi che siano. A volte bisogna fermarsi ed apprezzare ciò che si ha senza troppi fronzoli, come cerco di dire nel ritornello della canzone.

Spesso si tende a confondere la leggerezza di un approccio di vita con la superficialità. La tua è più una ricerca di serenità, non un modo di fuggire. A diciannove anni, quali sono le cose che ritieni importanti per essere serena e/o felice?

La serenità è una cosa da ricercare assolutamente, non arriva da sola, soprattutto quando sei una persona di indole malinconica come me. Nel momento in cui viviamo è facile farsi prendere dallo sconforto, sommando anche ogni sfida quotidiana personale o rimuginando il passato. Il mio intento è sempre quello di non demonizzarlo, ma di farlo mio per rendermi più forte e tranquilla.

Il concetto del Carpe Diem ci imporrebbe di vivere sempre alla giornata. Questo è un concetto che possiamo far valere anche per chi vive di musica? È un percorso di crescita e studio costante? Quanto ritieni importante l’improvvisazione? È il genio puro a trainare una carriera musicale?

Il talento è importante in ogni campo come in quello musicale ma il fattore decisivo è la passione. L’improvvisazione può cadere in un circolo vizioso se non è accompagnata da un impegno costante, ma personalmente non lo vivo mai come un peso perché è tutto ciò che voglio fare. Non mi sembra mai di impegnarmi davvero o di fare un lavoro ad essere sincera, quando si tratta di musica. Mi piace troppo.

A chi senti di dover dire grazie per la tua crescita musicale?

Un artista italiano, un internazionale e una sorpresa. L’ispirazione in Italia è quella che ho fatto più fatica a ricercare, ahimè ho un grandissimo amore per la lingua inglese. Non posso non nominare Calcutta, il primo cantautore italiano che mi ha ossessionato e fatto scoprire un intero mondo. L’indie e underground italiano mi hanno stupito tantissimo, sono unici proprio per la lingua. Per quanto riguarda gli artisti internazionali la mia più grande ispirazione è sicuramente Billie Eilish, nessuno prima di lei ha mai fatto qualcosa di così minimale e allo stesso tempo fresco. Il più grande grazie però va a chi ha reso possibile tutto quello che sto facendo e ho sempre sognato di fare, ovvero Noizehillsrecords. Non ho solo trovato qualcuno che crede nei miei progetti, ma una famiglia.

Potendo scegliere a chi affideresti una cover della tua traccia? E perché?

Nel panorama attuale la mia vocalità preferita è quella di Francesca Michielin, ha un timbro bellissimo.

Domanda simile. Con chi registreresti un featuring? E perché?

Mi piacerebbe fare una collaborazione con chiunque della scena trap italiana emergente, facendo un crossover di generi. Per quanto adesso sia utopico impazzirei letteralmente se potessi fare una canzone con i Tauro Boys.

Quali sono i tuoi progetti futuri? Cosa dobbiamo aspettarci?

Ci sono tante canzoni che aspettano di uscire e anche la possibilità di fare delle date in giro per l’Italia. La soddisfazione è già tantissima ma l’obiettivo è quello di crescere.

Il tuo rapporto con i live. Preferisci la tranquillità del tuo studio/sala oppure vuoi sporcarti con il sudore dei live?

Sono due cose molto diverse e per un artista credo siano fondamentali entrambe. Per me sono equivalenti. La soddisfazione di aver finito un pezzo nuovo nell’intimità e nel comfort dello studio per poi sapere di poter cantare tutto davanti a qualcuno e ricevere energia da chi ti ascolta è incredibile.

Descriviti con tre aggettivi.

Realista, malinconica ma speranzosa.

Consigliaci un libro e un disco da ascoltare.

Libro sicuramente “Il Giovane Werther”, è un must per chiunque sia un po’ masochista nell’essere triste. Uno dei dischi più belli degli ultimi anni invece è “A Brief Inquiry Into Online Relationships” dei 1975, semplicemente perfetto.

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