C’è un punto in cui la vita smette di scorrere in linea retta e diventa mare: onde che ti trascinano lontano, correnti che portano via e riportano indietro, ricordi che si impigliano come reti. Soli E Disperati Nel Mare Meraviglioso, il nuovo album di Tropico, nasce da questo spazio liquido e incerto. È un disco che non teme di mostrare la fragilità, che non nasconde la sua inquietudine, ma la trasforma in forza narrativa: tracce in cui Davide Petrella – voce e penna tra le più incisive della musica italiana – affida alle canzoni il compito di fare da bussola in mezzo al naufragio.
Se nei suoi progetti precedenti Tropico aveva già messo a fuoco la capacità di unire scrittura autoriale e visione artistica, qui quella capacità diventa racconto puro.
Soli E Disperati Nel Mare Meraviglioso è un disco di perdita e di rinascita, di partenze e ritorni, di città vuote e camere chiuse al buio. È il diario di due anni in cui le persone della vita e quelle della musica si sono confuse, perdute, ritrovate. È la cronaca emotiva di un tempo in cui si impara a lasciare andare, a sentirsi soli e allo stesso tempo a riscoprire, dentro la musica, la possibilità di non affondare.
Ma ciò che colpisce davvero è che questa fragilità non resta privata: diventa linguaggio generazionale. Tropico dà voce a quel sentimento diffuso di smarrimento che segna chi oggi vive tra precarietà, accelerazioni continue e improvvisi vuoti. È un disco che sembra dire: non siete soli a sentirvi soli.

Al centro non ci sono “solo” dei featuring – da Achille Lauro a Ghali, da Calcutta a Bresh e nayt – ma una costellazione di voci che amplifica il mare interiore di Tropico.
Ogni presenza diventa un punto di luce dentro l’album, non un orpello. La vera protagonista è la scrittura: quel modo di trasformare pensieri, malinconie e contraddizioni in immagini vive. Perché questo disco non cerca scorciatoie, non rincorre il singolo da classifica. In un’epoca in cui la musica è sempre più compressa dentro logiche di mercato e algoritmi, un lavoro di 17 tracce intense è quasi un atto di resistenza: un gesto che difende la complessità, la lentezza, l’intimità.
I temi che attraversano “Soli E Disperati Nel Mare Meraviglioso” sono quelli di una generazione che si scopre sola in mezzo al frastuono.
C’è la sensazione di non sapere più dove andare, la città vuota che riflette l’assenza di qualcuno, i ricordi che tornano come un’eco ostinata, il tempo che smette di scorrere in linea retta e si frammenta. Ci sono amori finiti e amori che non hanno mai avuto il tempo di cominciare, il desiderio di cancellare tutto e ripartire da zero, la voglia di vita che convive con occhi tristi e mani vuote. C’è la domanda che ritorna come un mantra: “chissà se mi pensi anche tu”, “chissà se qualcuno mi ha mai amato veramente”.
Accanto alla malinconia c’è però anche ironia, leggerezza, autoironia. Tropico canta per non urlare quando non sta bene; canta per esorcizzare la solitudine, per trasformare il buio in una stanza abitabile. Le sue parole sono fragili come una richiesta di aiuto e crude come uno schiaffo, capaci di tenere insieme rabbia e tenerezza. Le canzoni diventano così un modo per guardare la vita negli occhi, per accettare che “va bene anche così, senza niente da fare”, che va bene perdere e perdersi, perché solo attraversando il fondo si può ritrovare la superficie.
Dal punto di vista sonoro, “Soli E Disperati Nel Mare Meraviglioso” è un viaggio che mescola cantautorato, rap, scrittura pop, poesia, orchestrazioni, dialetto e silenzi.
Non è un album che si lascia incasellare: alterna brani che sanno di casa ad altri che portano altrove, tra distorsioni e intimità, tra ritornelli immediati e momenti sospesi. Tropico qui produce, guida, rischia: costruisce un disco che non ha paura dell’inquietudine e della sincerità, dove la biografia e l’arte finiscono per coincidere. È come se Petrella ci dicesse che non esiste più confine tra vita e canzone: la musica diventa la vita stessa, con le sue fratture e i suoi improvvisi bagliori.
Quello che colpisce di più, però, è il patto con chi ascolta.
Soli E Disperati Nel Mare Meraviglioso non è solo il racconto di un uomo, ma una mappa condivisa: ci invita a restare a galla insieme in questo mare che è la vita. Non offre soluzioni facili, ma accoglie, abbraccia, restituisce parole a chi non le trova. È un album che non scivola via dopo pochi ascolti, che pretende attenzione e restituisce riconoscimento.
Questo, infatti, è un disco che chiede molto a chi lo ascolta, come ha chiesto molto a chi l’ha scritto. È un disco fragile, una carezza in un momento di buio che insegna a risalire e che arriva quando meno te lo aspetti. In fondo, ogni traccia sembra dire: va bene non avere risposte, va bene non sapere dove andare, va bene naufragare. Perché a volte è proprio nel momento in cui pensiamo di perderci che troviamo la rotta. Soli E Disperati Nel Mare Meraviglioso è un album che si lascia attraversare, che ti ricorda che la musica – se è sincera – può ancora essere un luogo in cui respirare.
Tropico sarà in tour da Novembre 2025
- 29 novembre 2025 – Roma – Atlantico
- 04 dicembre 2025 – Molfetta (BA) – Eremo Club
- 09 dicembre 2025 – Milano – Fabrique
- 14 dicembre 2025 – Bologna – Estragon
- 22 dicembre 2025 – Napoli – Palapartenope
Le prevendite sono disponibili qui
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